lunedì 9 dicembre 2013

Le Dimensioni dell’Impresa Contano?

Dal 25 al 30 novembre 2013, a Vilnius, Lithuania, ha avuto luogo la European SME Week.
Si tratta della campagna promozionale della medio impresa coordinata dalla commissione europea e in linea con lo Small Business Act for Europe http://ec.europa.eu/enterprise/initiatives/sme-week/about/index_en.htm .
Per l’Europa la medio impresa è una priorità. Il 175° bollettino di Eurostat ha pubblicato i dati delle imprese non finanziarie, relativi al 2011, e dice che le piccole e medie aziende (SME o PMI in italiano), quelle che hanno da 10 a 249 dipendenti, ed a maggior ragione le grandi aziende, oltre i 250 dipendenti, “sono il motore dell’economia europea, sia per la creazione di nuove opportunità di lavoro che per la crescita economica.” Questa affermazione è certamente condivisibile. http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_PUBLIC/4-25112013-AP/EN/4-25112013-AP-EN.PDF
La tabella estratta dal bollettino suddetto, sotto riportata, mostra che in Italia le piccole e medie aziende rappresentano solo il 5,2% del totale contro il 94,8% di micro imprese (meno di 10 dipendenti) ed appena 0,1% di grandi imprese. Rispetto all’Italia, la Germania ad esempio ha un numero assoluto di micro imprese pari alla metà, una percentuale di SME pari ad oltre tre volte ed una percentuale di grandi imprese pari a cinque volte!
Questi dati sono indicativi di una politica miope che ha persuaso gli imprenditori italiani di micro aziende a rimanere tali. Tra le cause dobbiamo includere la burocrazia, il regime fiscale, il costo dell’energia e del lavoro, uno Stato troppo presente e pessimo pagatore, oltre ovviamente alla crisi economica degli ultimi anni. Perfino la recente riforma dell’articolo 18 sembra non abbia cambiato nulla di significativo sul mercato del lavoro. 
L’Italia risulta essere un paese poco dinamico, ove tutti parlano di privatizzazioni e riforme ma finora nessuno l’ha effettivamente realizzate. Il fatto che tante micro imprese rimangano di piccole dimensioni, non evolvendosi nel tempo in medie o grandi, desta motivo di preoccupazione, non solo per l’occupazione e per la crescita economica, ma anche per l’innovazione che rappresenta il futuro imprenditoriale dell’Italia. Non dobbiamo accettare il luogo comune che vede il tessuto imprenditoriale italiano costituito soprattutto da micro imprese, come se ciò non si potesse modificare, come se facesse parte in modo indelebile del nostro DNA. Se agli imprenditori delle micro imprese fossero dati strumenti e condizioni per crescere in modo sostenibile, una quota maggiore di micro imprese crescerebbe in medie e poi alcune in grandi aziende.
Non sarebbero certo i micro imprenditori ad opporsi!
In realtà per tante micro imprese il problema principale è quello della sopravvivenza, soprattutto in tempi di crisi.  In regime di concorrenza, le micro e piccole imprese di nicchia, quelle che competono in un solo segmento di mercato, spesso non possiedono competenze, esperienza e risorse per esplorare altri segmenti.  La sostenibilità di queste aziende è spesso limitata nel tempo avendo messo le uova in un singolo paniere. 
Se, ad esempio, un’altra impresa, italiana o straniera, decide di entrare in quella nicchia con risorse adeguate per la micro impresa è difficile mantenere la posizione. Oppure se una nuova tecnologia sviluppa prodotti o servizi sostitutivi a maggior valore aggiunto oppure a prezzi inferiori, la piccola impresa di nicchia rischia di andare fuori mercato velocemente. 
Nel frattempo i mercati internazionali sono sempre più frammentati dalle medie e grandi imprese che sviluppano strategie multi-nicchia, il cui marketing è alla continua ricerca di nuovi segmenti di mercato con potenziale di spesa. In tal modo esse competono in un numero sufficientemente ampio di segmenti di mercato e di territori, ciascuno al suo stadio di maturità, bilanciando il rischio di impresa.  Le imprese più grandi possono contare su economie di scala per quanto riguarda i costi fissi, come ad esempio quelli di ricerca e sviluppo, distribuzione e tanti altri.

(Consultare Grafico sottostante - CLICK per ingrandire)


Fonte: Eurostat
Esse possono quindi permettersi di dedicare risorse esperte e dedicate all’innovazione, sviluppando nuove tecnologie, prodotti e servizi e conquistare mercati. 
La competizione internazionale è sempre più dinamica. Ad ogni mossa di un concorrente sono generate una o più contromosse degli altri attori del mercato. Le micro imprese invece hanno spesso scelte limitate, dovute alla loro endemica mancanza di liquidità, esperienza ed informazioni disponibili.  
Certamente in Italia esistono micro e piccole aziende fortunate e ben gestite che hanno goduto  periodi buoni nella loro nicchia di riferimento. Se queste aziende hanno le risorse per espandersi, esse possono trovarsi difronte una scelta difficile proprio in riferimento alla loro dimensione.
In sostanza devono ripensare su quali mercati competere e relative modalità.
Avendo l’opportunità, a queste micro o piccole imprese conviene sempre cogliere l’opportunità di crescita, in senso verticale o orizzontale, ad esempio riempiendo spazi lasciati liberi da aziende meno fortunate spesso offerte a prezzo di saldo dai loro curatori fallimentari? 
In questi casi è importante effettuare un’attenta analisi dell’impresa e del mercato, con un occhio di riguardo al bilancio delle competenze, alla liquidità e ai costi nascosti, quelli che non si conoscono prima. Occorre pianificare il loro posizionamento e valutare l’effettiva capacità competitiva rispetto ai concorrenti. 
Troppo spesso gli imprenditori di successo delle micro imprese pensano che il successo ottenuto nel passato sia legato alla loro buona stella e al loro intuito e saltano i passaggi importanti di un’attenta pianificazione dello sviluppo futuro nel breve e nel medio lungo periodo. Per queste imprese la scelta deve essere ponderata molto bene, prima di avventurarsi in mercati inesplorati, se pur necessari al proprio sviluppo e sostenibilità nel tempo. 
In Italia nel 2011 avevamo 200.000 SME: davvero poche rispetto a 3.640.000 micro imprese!  

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