venerdì 20 dicembre 2013

Uno spunto per il Governo Italiano: startup-ny.com

Oggi in Italia il confronto politico è deprimente. Dalle trasmissioni tv e radio, anche quelle gestite da bravi giornalisti, ai giornali e alle riviste, fino ai confronti sulle piazze, il cittadino si trova immerso in dibattiti sulle tattiche politiche di personaggi e partiti, auto-referenziati, che nulla hanno a che vedere con la gestione della cosa pubblica e l’indirizzo da dare al paese. Il politichese non interessa e le promesse dei politici non fanno più audience, essi hanno perso la fiducia del popolo sovrano, perché illuso infinite volte da mille ed uno personaggi.

Gli italiani non ne possono più, perché difronte a questo teatrino che dura da molte decadi, oggi non hanno più lavoro, non hanno i soldi per una vacanza e per pagare le tasse e perfino le rate degli acquisti effettuati. L’atteggiamento di tolleranza verso i politici corrotti sta lasciando il passo ad una pericolosa rabbia, che tutti i politici si affrettano a dire non violenta. Ma per quanto tempo?
Oggi il popolo percepisce che la classe politica degli ultimi 70 anni ha rubato e continua imperterrita a rubare il nostro presente ed il futuro dei nostri figli.

La risposta arrogante del carrozzone politico-giornalistico-imprenditoriale di chi è dentro l’ingranaggio è spesso: ma cosa proponete? Stiamo già facendo il possibile e l’impossibile!

Una risposta intelligente, sana ed opportuna la potete trovare all’indirizzo startup-ny.com
Il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, 56 anni appena compiuti, nato nel quartiere Queens, ha recentemente lanciato un bando pubblico per chiunque nel mondo accetti di aprire una start-up oppure sia disponibile a sviluppare un nuovo business anche se parte di un’azienda esistente, purché sia nello Stato di New York. A coloro che accettano, Andrew offre l’esenzione da qualsiasi tassa per 10 anni. Quindi non il solito balletto all’italiana, ove una tassa viene sostituita da un'altra, sempre maggiore, con un nome differente. Il risultato in Italia è solo quello di drenare qualsiasi risorsa disponibile per alimentare una macchina amministrativa obesa e corrotta.

Ma cosa propone in pratica il nostro amico, la nostra speranza, Andrew Cuomo? L’ esenzione promessa include, udite udite, sia l’azienda che tutto il nuovo personale. Per i primi 5 anni entrambi saranno completamente esentati da qualsiasi tassa, per i secondi 5 anni esiste un limite di US$200.000 per ciascun nuovo dipendente (equivalente a €147.000 lordi l’anno), al massimo 10.000 nuovi dipendenti l’anno. Ciò vuol dire che il secondo anno lo Stato di New York si aspetta di esentare dalle tasse ben 20.000 nuovi impiegati, il terzo anno 30.000 fino a 100.000 nuovi posti di lavoro in 10 anni, che a loro volta potranno innescare ulteriori occasioni di occupazione. Non solo! Non bisogna essere giovani, non si discrimina per l’età negli Stati Uniti come amiamo fare in Italia. Puoi avere gli anni che vuoi, ma se hai una bella idea lo Stato di New York ti aiuta, perché le idee ed i progetti non hanno età, o sono fattibili e sostenibili oppure no.

Ovviamente questa iniziativa si rivolge a business innovativi, non proibiti, che rientrino negli obbiettivi di istituti scolastici e universitari, pubblici o privati. Quindi si tratta di nuove tecnologie, ricerca, nuovi modelli di business, ecc. Sono esclusi i business tradizionali, ed in particolare gli esercizi commerciali al dettaglio e all’ingrosso, i ristoranti, le agenzie immobiliari, gli studi medici, legali, amministrativi, finanziari e fiscali, gli ospedali, le società immobiliari, società che erogano utenze come ad esempio l’energia.

In questa iniziativa americana gli istituti scolastici e universitari, pubblici e privati, saranno pivotali, perché essi si troveranno a competere per attrarre le migliori menti, con i migliori modelli di business, per realizzare un futuro migliore. 

Come siamo lontani dall’Italia! Noi facciamo ancora qualche detrazione del 20% per le società, salvo aumentare altre tasse ed imposte a dismisura (vedi ultima disposizione di Zanonato, attuale Ministro dello Sviluppo Economico, sotto riportata). Così non saremo mai competitivi, perché partiamo in modo svantaggiato. In Italia siamo tutti svantaggiati! E senza motivo!!
Da noi l’istruzione è un concetto ancora astratto e non collegato al mondo imprenditoriale, come se il primo non fosse utile al secondo, se non per quell’idea delle generazioni precedenti che dicevano che l’istruzione deve aprire le menti, senza entrare più di tanto nel merito della politica economica e industriale del paese. In Italia gli istituti non competono sugli spin-off della ricerca, perché non fanno ricerca vera, a parte qualche isola felice gestita da professori-eroi, perché devono trovarsi i fondi da soli, con grandi difficoltà, spesso mai sufficienti per stare al passo con l'innovazione.

Immaginate cosa potrebbe fare il genio italico se portassimo questa iniziativa in Italia, attraverso i nostri migliori istituti scolastici e universitari? Sarebbe un sogno che si avvera, per chi è dovuto andare all’estero per specializzarsi e lavorare.

Certamente in Italia dovremmo avere lo stesso spietato controllo assicurato dallo Stato di New York, ove appena esci dalle precise regole perdi l’esenzione fiscale e in alcuni casi devi addirittura dare indietro ciò che non spettava. Questo vorremmo dallo Stato Italiano: rettitudine e controlli, regole ferree, chiare, intelligenti, snelle, una pianificazione seria e una scuola moderna, competitiva e di supporto all’industria. Dobbiamo sviluppare competenze utili a sostenere network di imprese sane e competitive. Inutile dire che in Italia tanti distretti di imprese sono ai limiti della sopravvivenza, con centinaia di aziende che hanno chiuso, con imprenditori che si sono tolti la vita dalla vergogna.

Se non seguiremo questi esempi virtuosi, il divario tra l’Italia ed il resto del mondo evoluto sarà sempre maggiore e diventeremo solo terra di sviluppo di modelli importati dall’estero, di capitali esteri, che si muoveranno con logiche a noi estranee, schiavi economici di un mondo di cui faremo sempre meno parte.

Grazie Andrew del tuo esempio. Ora tocca a noi se saremo almeno capaci di copiare da te!!

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